Brusca frenata per l’acquisto di crediti fiscali da bonus edilizi da parte degli enti pubblici. La decisione assunta dal Consiglio dei ministri con un decreto legge ha come finalità quella di evitare la formazione di nuovo debito pubblico. L’acquisto dei crediti incagliati da parte di Regioni, Province e Comuni sarebbe considerato indebitamento, pertanto dovrebbe essere applicata in maniera limitata. Si parla anche di incostituzionalità perché tali operazioni andrebbero in contrasto con i principi del pareggio di bilancio e con le competenze legislative attribuite allo Stato.
Il provvedimento varato a Palazzo Chigi stoppa ogni ragionamento avviato nel Consiglio regionale calabrese. Già, perché proprio mercoledì scorso si era registrata una sostanziale convergenza - comprese le associazioni di categoria Ance e Confapi - sulla proposta di legge (presentata da Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, entrambi esponenti di Azione) finalizzata a sbloccare i crediti di imposta legati al superbonus. Nella relazione che accompagna il testo normativo si specifica come «la Regione, dopo aver valutato, tramite la società regionale Fincalabra S.p.A, la consistenza del debito fiscale e della propria capacità di compensazione annua mediante modello F24, proceda a stipulare con una o più banche specifici contratti di durata pluriennale.
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