I report ufficiali continuano la narrazione di una crisi che ristagna dentro le nostre vite, tutte ugualmente sconvolte da difficoltà finanziarie che appaiono sempre più insidiose. Il centro di gravità di questa nuova fase storica è quell’impasto torbido generato dagli effetti, già gravi, della crisi energetica e dalle strozzature di offerta delle filiere globali. Il conflitto che si combatte in Ucraina agisce da moltiplicatore dei prezzi delle materie prime, già sparite dal mercato mesi prima dell'invasione dei carri armati russi. Sulla bilancia sociale pesa la corsa al rialzo dei prezzi dei principali beni di consumo. E le ultime stime di Confesercenti non sono certo confortanti. Secondo l'associazione delle imprese commerciali, l'auspicata ripresa dei consumi è destinata a subire una nuova frenata nel 2023. «Quest’anno la spesa mensile media familiare, in termini reali, si fermerà infatti a 2.442,5 euro – si legge in una nota –, ancora 50 euro in meno rispetto ai valori registrati nel 2019, ultimo anno prima della crisi Covid. Una previsione che, però, potrebbe cambiare radicalmente se il calo delle bollette dovesse essere confermato: la riduzione del peso delle utenze potrebbe infatti liberare fino a 30 miliardi di euro, rendendoli disponibili per la spesa delle famiglie». La speranza, dunque, è saldamente ancorata a fattori esogeni: se nel corso dell'anno, le tariffe di luce e gas si dovessero ridurre del 40%, come ipotizzato dal ministro Giorgetti libererebbero risorse che potrebbero dunque essere utili a imprimere un’accelerazione ai consumi che sono ancora fermi al palo nel 2023. Nell’anno in corso la spesa media mensile familiare, in termini reali dovrebbe crescere infatti solo del +0,6%, pari ad appena 14,6 euro in più al mese. Si tratta dell’incremento più basso nel triennio 2021-2023, una frenata che di fatto interrompe la ripresa post-pandemia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria