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Inchiesta Olimpo, Rodolfo Bova e la donna del mistero: «Posso dire chi è dalla voce»

Interrogatorio per l’ex capo struttura della Regione

Rodolfo Bova

«Non ho mai preso un solo euro», ha negato ogni ipotesi corruttiva l’ex capo struttura del Dipartimento Turismo e Beni Culturali della Regione Calabria, Rodolfo Bova. Finito agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta Olimpo, ieri è comparso davanti al gip del Tribunale di Catanzaro Chiara Esposito per sostenere l’interrogatorio di garanzia. Accompagnato dall’avvocato Michele Gigliotti, Bova per oltre un’ora ha risposto alle domande del gip fornendo la sua versione dei fatti che gli vengono contestati.
L’ex capo struttura è accusato dalla Dda di corruzione, avrebbe preso una mazzetta di 5mila euro per favorire «l'espansione imprenditoriale di Domenico Galati nel settore dei transfert, condizionando l'esercizio delle sue funzioni». Una ricostruzione che l’ex capo struttura della Regione ha provato a smontare. Bova ha spiegato che l’imprenditore non avrebbe avuto alcun bisogno del suo appoggio. Anzi Galati avrebbe già goduto di ottimi rapporti con i vertici politici e amministrativi della Regione Calabria. Ha poi spiegato il suo ruolo di capo struttura, avrebbe cioè svolto il compito di raccordo tra il livello politico e quello burocratico.

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