Spesso i «poteri forti» vengono tirati in ballo nelle discussioni da bar o sui social per indicare entità oscure che inciderebbero pesantemente nella gestione della cosa pubblica, dunque l’espressione va sempre presa con le pinze. Fa però un certo effetto leggere che a usarla fosse una funzionaria della Regione, già responsabile dell’Anticorruzione, per indicare un presunto condizionamento sulle scelte di un governatore. La funzionaria in questione, Maria Gabriella Rizzo, ha avuto negli anni altri guai giudiziari proprio con l’accusa di corruzione, mentre all’epoca della frase il presidente della Regione era Mario Oliverio, che è stato completamente scagionato dalle accuse di peculato e corruzione mossegli dalla Procura di Catanzaro in due diverse inchieste (“Lande desolate” e un’altra incentratiasui fondi al Festival di Spoleto). Entrambi sono citati nelle carte della recente inchiesta “Olimpo” ma nessuno dei due è indagato. Tra i principali indagati c’è invece Pasquale Anastasi, per decenni dg della Regione e ora ai domiciliari per un presunto traffico di influenze illecite: secondo l’accusa l’ex dg, in pensione da fine 2016, si sarebbe fatto promettere «ingenti somme di denaro da elargirsi a mezzo “consulenza”» da un altro indagato finito in carcere, Vincenzo Calafati (imprenditore turistico accusato di essere vicino ai clan Mancuso e Accorinti), per la sua «opera di mediazione illecita nei confronti dei vari apparati regionali finalizzata alla predisposizione, pubblicazione e successiva selezione dei vincitori delle procedure di evidenza pubblica già avviate e/o da bandire». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria