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Dai bandi alle nomine, il potere dell’ex dg della Regione Calabria

Pasquale Anastasi, secondo la Procura, avrebbe piegato gli interessi della Pubblica amministrazione ai voleri del clan

Pasquale Anastasi

«È come Andreotti, può cambiare governo ma lui è là». Così in un’intercettazione viene descritto Pasquale Anastasi potente ex direttore generale del Dipartimento Turismo della Regione Calabria ora coinvolto nell’indagine Olimpo con l’accusa di traffico di influenze. Per il gip che ha firmato l’ordinanza che disposto gli arresti domiciliari per l’ex dg, «Anastasi nella sua qualità di Direttore in quiescenza del Dipartimento Turismo della Regione Calabria, vantando datato rapporto di amicizia con l'allora Presidente della Regione, Gerardo Mario Oliverio e legami con alcuni ex collaboratori ancora in servizio presso il Dipartimento indicato, al fine di trarne ingiusto profitto per sé e per le aziende collegate all'associazione a delinquere, incardinata nella cosca Mancuso di Limbadi, ha influenzato ed indirizzato bandi, assegnazioni e incarichi della Regione Calabria, nella totale coscienza che tali condizionamenti avrebbero incrementato gli illeciti affari della cosca». Secondo quanto scrivono i pm titolari del fascicolo Andrea Buzzelli, Andrea Mancuso e Antonio De Bernardo sarebbe emerso un impegno quotidiano «finanche ossessivo profuso nell'eterodirezione dell'agere pubblico dell'Ente in chiave agevolatrice del gruppo TUI». I magistrati della Dda sottolineano «l’influenza tuttora vantata nei confronti dei dirigenti della Regione Calabria ed in grado di distrarre l'azione amministrativa dal soddisfacimento degli interessi pubblicistici suoi propri, a tutto vantaggio di interessi privatistici di diretta promanazione degli ambienti di criminalità organizzata». Per Vincenzo Calafati, imprenditore del settore turistico secondo la Dda vicino ai clan, Anastasi è «il dottore dei bandi comunitari». In una intercettazione lui stesso evidenzia il ruolo centrale che lui e l’ex dg potranno avere sui futuri investimenti che il tour operator estero avrebbe potuto avviare in Calabria proprio in virtù delle condizioni favorevoli venutesi a creare: «Se siamo noi che aiutiamo le operazioni chi da un verso chi da un altro… ma noi siamo sempre qui».

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