Calabria

Lunedì 25 Novembre 2024

L’assalto criminale alla Costa degli Dei di boss, gregari e colletti bianchi

L’ala militare assieme alla faccia imprenditoriale, le due anime della ’ndrangheta calabrese colpite con un un’unica inchiesta: sono 56 le persone finite in carcere o ai domiciliari nell’ambito dell’operazione “Olimpo” condotta dalla Polizia di Stato, con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Sotto sequestro sono finiti beni per 250 milioni di euro. I provvedimenti hanno riguardato esponenti di tutti i clan di spicco di una delle zone di maggiore richiamo turistico della Calabria che ruota intorno a Tropea, la «Costa degli Dei“: dai Mancuso ai La Rosa, ai Lo Bianco-Barba, a Il Grande e gli Accorinti. Destinatari delle misure cautelari, eseguite all’alba da nord a sud del Paese, soggetti più o meno noti indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, concorso esterno, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, sequestro di persona, trasferimento fraudolento di valori, illecita concorrenza con violenza e minaccia e traffico di influenze illecite, reati aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa; nonché di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione ed al riciclaggio di macchine agricole, aggravate dalla transnazionalità e anche in questo caso dall’agevolazione mafiosa. Per gli inquirenti le indagini hanno fatto emergere come i clan vibonesi fossero pienamente «inseriti nel contesto economico locale tanto nelle attività imprenditoriali legate al settore turistico, alberghiero e della ristorazione, quanto nel controllo sul sistema delle forniture nel circuito delle stesse strutture». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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