Gli effetti della riforma della giustizia voluta dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia si sono fatti sentire anche nell’ultima inchiesta della Dda di Catanzaro. Lo ha sottolineato il procuratore capo Nicola Gratteri durante la conferenza stampa. «Nel corso di questa indagine - ha detto il procuratore di Catanzaro - non abbiamo potuto contestare, purtroppo, una truffa aggravata per oltre tre milioni di euro perché, per effetto della riforma Cartabia, occorreva la querela della parte offesa, che non siamo riusciti a rintracciare.
Si tratta di un ex ministro dell’Oman, Paese che non fa parte ovviamente del trattato di Schengen». Il magistrato ha spiegato che l’entrata in vigore della nuova riforma ha addirittura costretto la Procura antimafia catanzarese a presentare una nuova richiesta di ordinanza al gip distrettuale: «La richiesta - ha detto Gratteri - era dell’anno scorso abbiamo dovuto revocare e rifare la richiesta della misura cautelare».
Il procuratore di Catanzaro, riguardo la mancata contestazione della truffa, ha spiegato che «non c’è un trattato bilaterale tra Italia ed Oman e fare la rogatoria internazionale per chiedere alla parte danneggiata se volesse fare querela, ci avrebbe fatto perdere molto tempo.
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