Sei rinvii a giudizio, un’assoluzione col rito abbreviato ed un proscioglimento. Così ha deciso ieri il giudice per le udienze preliminari, Michele Ciociola, al termine del procedimento a carico di 8 medici - 4 dell’ospedale San Giovanni di Dio” e 4 della casa di cura Sant’Anna - accusati di omicidio colposo per la morte di Milvia Ciarletta, la 26enne di Monteiasi (Taranto) deceduta il 7 febbraio 2018 nel presidio ospedaliero di Crotone per shock settico dovuto, per la Procura, al «malposizionamento» della Peg. La vicenda iniziò il 25 settembre 2017, quando la giovane rimase coinvolta in un incidente sulla Sp 83 nel tratto Grottaglie-Monteiasi. In seguito al sinistro, Milvia venne prima ricoverata all’ospedale di Taranto per poi essere trasferita nel centro riabilitativo Sant’Anna di Crotone in quanto versava in «stato vegetativo post-traumatico». Qui, le condizioni della ragazza migliorarono al punto che i sanitari dichiararono «la cessazione dello stato vegetativo». Ma il 5 febbraio 2018 il quadro clinico della 26enne peggiorò, e «all’esito di una manovra di riposizionamento della Peg (applicazione di una sonda che collega lo stomaco all’esterno, nda)» la giovane fu trasportata all’ospedale di Crotone dove morì due giorni dopo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria