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Software antindrangheta ormai «in stato avanzato». Avrà capacità predittive

Il programma sviluppato da Dipartimento di pubblica sicurezza e Leonardo spa

È «in avanzato stato di realizzazione». Nell’ultimo bilancio presentato a fine anno della Direzione centrale della polizia criminale c’è anche un aggiornamento sul nuovo e tanto discusso software-antindrangheta, quello che «come ultimo stadio di evoluzione» dovrebbe essere dotato di capacità predittive. Una sorta di cervello elettronico, insomma, chiamato ad aiutare Procure antimafia e investigatori nel contrasto all’organizzazione criminale oggi più potente al mondo.
Alcuni particolari dell’operazione sono stati resi noti lo scorso novembre a Roma nel corso della prima Conferenza dei Focal Point del Progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ’Ndrangheta) nell’ambito del quale, «nella prospettiva di anticipare la minaccia della ’ndrangheta a livello globale», si sta lavorando al software. «È stata presentata dal Centro di ricerca e analisi informazioni multimediali del Dipartimento di pubblica sicurezza, insieme a Leonardo spa, la progettualità di analisi documentale capace di correlare le informazioni di polizia con quelle raccolte sul web, anche in modo automatico. Nell’ultimo stadio della sua evoluzione sarà dotata di capacità predittive», annunciava il comunicato ufficiale diffuso a conclusione dell’evento che ha coinvolto i rappresentati di Italia, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Usa e Uruguay.
Oggi filtra qualcosa in più sul software e soprattutto sulle sue potenzialità. “Insight” sarebbe il nome, forse provvisorio, secondo quanto riportato da “Repubblica”. L’algoritmo di polizia predittiva sarebbe stato specificamente studiato, come si legge in una presentazione, per contrastare il crimine organizzato a livello internazionale. La prima fase di sviluppo si è conclusa nel 2021 e ha utilizzato solo dati interni dell’Interpol, con il limitato obiettivo di consentire analisi strategiche potenziate. Nel biennio 2022-23 dovrebbero essere aggiunte ulteriori fonti di dati, con lo scopo di consentire una capacità di analisi avanzata. La terza e ultima fase sarebbe nel 2024-2026, quando la piattaforma, secondo fonti dell’Interpol, raggiungerà le sue piene capacità, incorporando tutte le rilevanti fonti di dati interne ed esterne e le tecnologie più evolute per offrire la qualità più elevata possibile di analisi. Così “Insight” sarebbe dotato di capacità predittive che permetterebbero agli Stati, a partire da quelli che aderiscono a I-Can, di scoprire i modus operandi dei criminali, individuare le tendenze e i pattern dei reati e addirittura segnalare persone d’interesse.
«Non una tecnologia che governa l’indagine, ma uno strumento in grado di accelerare il ragionamento e l’analisi di chi la conduce, automatizzando la ricerca di indizi e collegamenti tra le informazioni che giornalmente vengono archiviate dal Viminale», secondo “Wired” che ha dedicato anch’esso un approfondimento alla vicenda e citato un altro elemento-chiave: il motore di ricerca. “Bert”, componente sviluppato da Google nel 2019, «in grado di capire non solo quello che l’utente richiede, ma anche quello che effettivamente intendeva chiedere», sarebbe uno dei componenti del software in via di sviluppo. Spiega proprio a “Wired” il criminologo e dirigente della polizia di Stato, Carlo Bui: «Alcuni eventi possono anche non essere di natura criminosa, ome il movimento di persone di interesse che si spostano per un compleanno o in una specifica data, che ci permette di conoscere eventuali ricorrenze importanti e di inferire cosa potrebbe accadere in futuro al ricorrere di tali date».
Solo fantasie da “intelligenza artificiale”?

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