La Calabria si trascina con la pena di chi sa che dovrà affrontare un altro anno di sofferenza in mezzo al niente perché la crisi sta riducendo ovunque gli spazi di sopravvivenza. Una cifra sempre più ampia di povertà assoluta riempie gli interstizi di questa terra dal cuore malato con gravi aritmie che affiorano dal tessuto occupazionale. Una regione devastata da venti instabili che la costringono a vivere in un rumore eterno che parla di dolore. È un rumore che è fatto di voci di gente che invoca aiuto.
Voci di 140mila famiglie (sono solo quelle assistite dal Banco alimentare) che faticano ad andare avanti con proprie risorse in mezzo a un’inflazione che ha raggiunto vette mai toccate nell’ultimo mezzo secolo (a dicembre l’indice dei ricari dei prezzi al consumo ha chiuso oltre il 13%). E, poi, ci sono tasse e imposte varie che sono ferite, graffi profondi che scorticano i bilanci domestici. La paura di non potercela più fare adesso scotta, brucia, è un rogo che attende tutti al varco e che non se ne va.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia