Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

'Ndrangheta, monito della Manzini: "Mamme indottrinano figli alla criminalità"

La pm Marisa Manzini

«La 'ndrangheta attribuisce alla donna un ruolo determinante. Non ci sono però personaggi femminili nella gerarchia dei clan, prendono il posto di un uomo che è stato arrestato o ucciso, ma è uno status temporaneo. Negli anni ho incontrato diverse donne, vittime o complici delle cosche e posso oggi affermare con certezza che se rifiutassero di avviare i figli al crimine il potere sui territori non sarebbe così soffocante. Mancato sviluppo e disoccupazione dipendono in Calabria proprio dalla presenza asfissiante della 'ndrangheta». Lo ha detto il sostituto procuratore della Procura Generale di Catanzaro, Marisa Manzini, incontrando le detenute della casa circondariale di Castrovillari (Cs), in un’aula scolastica della sezione femminile del penitenziario, dove è stato presentato il libro «Donne Custodi e Donne Combattenti - La signoria della 'ndrangheta su territori e persone» edito da Rubbettino. Il magistrato ha lanciato alle detenute un messaggio di speranza: «Cambiare vita è possibile», ma ha anche ammonito: "Il tramandare disvalori quali omertà, vendetta, disprezzo per le istituzioni è la funzione attribuita dai clan alle madri. Sono loro le «donne custodi» che firmano la condanna al carcere o alla morte dei loro stessi figli quando assolvono il compito di indottrinare i bambini alla criminalità. Voi - ha chiarito il magistrato della Procura generale di Catanzaro - conoscete meglio di chiunque il valore della libertà e quanta sofferenza comporti l’esserne private. Sapete cosa comporti vivere tra improvvise perquisizioni e ordini di carcerazione. Sono certa - ha concluso - che non è quello che sognate per i vostri figli»

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