I genitori di Davide Ferrerio insistono per coinvolgere nell’inchiesta sul pestaggio del loro figlio ridotto in fin di vita da Nicolò Passalacqua, anche il 31enne di Petilia Policastro che la sera dell’11 agosto scorso cercando di allontanare da sè l’attenzione aggressiva di Passalacqua e degli altri fece ricadere, involontariamente per la Procura di Crotone, l’attenzione dell’aggressore sul 20enne bolognese, attualmente ricoverato in coma irreversibile all’ospedale Maggiore di Bologna.
Dopo la chiusura delle indagini sulla spedizione punitiva, con lo stralcio della posizione del 31enne i famigliari della vittima hanno deciso di impugnare la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Pasquale Festa al Gip del Tribunale di Crotone. Una decisione annunciata quella del titolare del fascicolo sul pestaggio di Davide Ferrerio. Il 31enne di Petilia Policastro infatti, era stato iscritto nel registro degli indagati per eseguire degli accertamenti tecnici legati all’esposto presentato dai legali che assistono il padre e la madre di Davide. L’uomo come è noto era il reale obiettivo dell’incontro-agguato perché reo di filtrare sui social con la 17enne da un account che richiamava lo stesso nome dell’ex fidanzato della ragazzina.
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