Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Calabria, ennesima beffa sull’Autonomia. Il “sì” ai Lep? Ma senza risorse

Una nuova beffa per la Calabria rischia di materializzarsi in nome della riforma dell’Autonomia differenziata. Dopo il blitz in Legge di bilancio sulla definizione (entro un anno) dei Livelli essenziali delle prestazioni - lo standard minimo di “qualità” del servizio che i cittadini italiani devono ricevere a prescindere dal posto in cui abitano - stavolta a destare perplessità è la mancata ricezione nella manovra di una sentenza della Corte costituzionale, laddove si afferma che i Lep sono anche «il nucleo invalicabile di garanzie minime». A sottolineare quest’aspetto che sembra solo apparentemente un dettaglio, è stato l’Upb, l’Ufficio parlamentare di Bilancio, l’Authority di vigilanza sui conti pubblici. Inserire questo passaggio comporterebbe una conseguenza, spiega l’Upb: una volta stabilito per legge il Lep non potrebbe «essere finanziariamente condizionato». In buona sostanza, oltre a stabilire il livello del servizio da offrire in via teorica, lo Stato sarebbe chiamato a garantire le risorse per rendere concreto tutto ciò. Il nodo non è di poco conto. Lo ha sollevato anche la Svimez che nei giorni scorsi ha inviato un documento al Parlamento. «La norma - si legge nella nota - appare sostanzialmente ispirata ad una ricognizione dell’attuale distribuzione delle risorse e dell’offerta di servizi, mentre risultano assenti meccanismi di riequilibrio dei divari territoriali». «L’assenza di una copertura finanziaria - spiega la Svimez - rende impossibile (a meno che non si voglia contrarre la spesa storica per le Regioni con maggiore offerta di servizi) la possibilità di erogare prestazioni dove esse non ci sono o sono sottodimensionate». Due esempi concreti: gestione degli asili nido e il trasporto delle persone con disabilità. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria 

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