“Cerberus” è arrivato anche in Calabria. Fra i campioni positivi al Covid sequenziati nella nostra regione per l’ultimo monitoraggio nazionale sono stati registrati alcuni casi del sotto-lignaggio più in crescita, il “Cerberus” appunto, che fa parte della famiglia di Omicron 5, variante ancora dominante con una diffusione del 97,5%, praticamente uguale a quella degli ultimi due mesi, ma superiore alla media del resto del Paese (di poco oltre il 91%).
Le analisi coordinate dal laboratorio di Microbiologia dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio”, nelle quali sono compresi i dati degli esami svolti dagli altri tre laboratori regionali coinvolti (“Annunziata” di Cosenza, Asp di Reggio e “Mater Domini” a Catanzaro), hanno individuato quattro casi di “Cerberus” (il cui nome scientifico è B.Q.1) fra campioni di pazienti catanzaresi e reggini. Anche nei giorni precedenti alla quick survey, la ricerca rapida richiesta mensilmente dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dalla Fondazione Bruno Kessler, nel reparto del “Pugliese” diretto da Pasquale Minchella, erano stati registrati alcuni casi di “Cerberus”, sottovariante dell’Omicron 5 che non desta al momento particolari preoccupazioni, ma verrà comunque tenuta sotto osservazione in considerazione del possibile aumento della sua diffusione (come sta avvenendo negli Stati Uniti, dove si è attestata al 45%).
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