La stabilità del sistema economico calabrese è funzione, anche, del rapporto tra gli istituti di credito e le famiglie e le imprese. Da questo punto di vista, la fotografia emersa dall’analisi presentata da Banca d’Italia nei giorni scorsi con il report sull’andamento congiunturale dell’economia calabrese nel 2022 ha offerto spunti di riflessione significativi. Innanzitutto, il dato sull’indebitamento delle famiglie ha fatto segnare un incremento: gli istituti di credito hanno ampliato i prestiti alle famiglie del 3,7%. Una crescita evidenziata soprattutto nel secondo semestre dell’anno in corso spinta soprattutto dalla ripresa degli acquisti e quindi dall’incremento del credito al consumo (+4,9%).
Con riferimento alle famiglie, le condizioni di accesso al credito al consumo sono state ulteriormente allentate, principalmente sotto il profilo delle quantità offerte, ma con un lieve aumento degli spread. Anche i mutui si sono intensificati (+3,6%) a supporto dell’incremento delle transazioni mobiliari e spinti, per una componente presente ma non quantificabile con i dati a disposizione, dalla garanzia disposta dal Governo Draghi per gli under 36. Il dato è rilevato in aumento nonostante il registrato incremento ai tassi di interesse, sia per i contratti a tasso fisso che per quelli a tasso variabile (2,4%, contro 1,7 nel quarto trimestre del 2021). Da tale variazione è conseguito un maggiore ricorso da parte delle famiglie ai contratti a tasso variabile, la cui quota sull’ammontare dei mutui in essere risulta tuttavia limitata (30%), sia nel confronto nazionale sia rispetto al picco del 2015 (rispettivamente 38% e 58%). L’incidenza contenuta dei mutui a tasso variabile sulle consistenze complessive riduce, in aggregato, i rischi connessi con eventuali rialzi dei tassi di interesse.
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