Un nuovo campanello d’allarme è suonato di recente a Vibo e, benché tutto sia poi rientrato nel giro di 24 ore, è la spia di un problema di portata ben più ampia e non solo dal punto di vista territoriale. Quella dei rifiuti è un’emergenza che in Calabria attraversa governi e maggioranze di ogni colore politico senza che nessuno, finora, sia riuscito a programmare e ad attuare soluzioni concrete. Ci sta provando ormai da un anno la Giunta Occhiuto con la riforma dei servizi pubblici locali – acqua e rifiuti sono stati riuniti sotto un’unica governance regionale – ma ancora non se ne sono visti i primi effetti, tanto che l’entrata a regime della nuova Autorità (Arric o Arrical) per la gestione della spazzatura è slittata – come anticipato dalla Gazzetta del Sud – oltre i sei mesi previsti dalla legge istitutiva.
Restano dunque ancora in piedi gli Ato provinciali che – con alterne fortune – hanno provato a fare qualche passo avanti sui territori, ma il problema dei problemi è ancora la mancanza di impianti di trattamento e la saturazione di tutte le discariche (pubbliche e private) esistenti in Calabria. Proprio per questo nei giorni scorsi il sindaco di Vibo ha invitato i cittadini a non esporre i rifiuti indifferenziati spiegando in Consiglio comunale che «purtroppo buona parte della regione nei prossimi giorni dovrà affrontare questa problematica per via dell’impossibilità, per gli impianti di trattamento, di conferire nelle discariche poiché le stesse, ad oggi, sono quasi tutte sature». Il conferimento dell’indifferenziata è stato poi sbloccato il giorno dopo ma, con ogni evidenza, si tratta ancora di soluzioni tampone.
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