Calabria

Lunedì 25 Novembre 2024

'Ndrangheta, revocata la scorta al testimone di giustizia Pino Masciari

Pino Masciari

Giuseppe "Pino" Masciari, imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia, che da tempo vive in Piemonte non avrà più la scorta, che è stata revocata anche ai suoi familiari, la moglie e i due figli. E’ stato lo stesso Masciari a farlo sapere. A comunicargli la decisione è stata una lettera della Prefettura di Torino, datata 13 ottobre, che lo informa che l’Ufficio Centrale Interforze per la sicurezza personale «ha dato avvio al procedimento finalizzato alla revoca del dispositivo tutorio» Masciari, classe 1959, originario di Catanzaro, aveva denunciato la 'ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica in Calabria. La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione dove era infiltrata, intralciando i rapporti con le banche. Dopo la sua testimonianza, è stato dapprima sottoposto a programma speciale di protezione dal 1997, insieme alla moglie, medico odontoiatra, e ai due figli. Dal 2010, fuoriuscito dal Programma Speciale di Protezione, ha vissuto sotto scorta. «Ma lo stato - aveva detto giorni fa all’AGI che lo aveva contattato - si comporta con i testimoni di giustizia come Ponzio Pilato. Prima li sottopone al programma di protezione speciale, poi se ne lava le mani dopo i processi e le condanne».

Il Pd: "Perche' revocata la scorta a Pino Masciari?"

Perchè è stata revocata la scorta a Giuseppe Masciari, imprenditore edile calabrese, testimone di giustizia, che da tempo vive in Piemonte? Lo chiedono i consiglieri regionali del PD Domenico Rossi e Diego Sarno, che si dicono «preoccupati» per questa decisione «di cui non sono note le motivazioni». Masciari aveva denunciato la 'ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica in Calabria. «Si tratta - dicono Rossi e Sarno - di una decisione che, anche nelle modalità di comunicazione, non tiene conto del difficile percorso che l’intero nucleo familiare ha dovuto affrontare. Preoccupazione che aumenta ancora di più di fronte a diverse inchieste che dimostrano il forte radicamento proprio della 'ndrangheta nella nostra regione». «Ci auguriamo - proseguono i due consiglieri Dem - che siano chiarite al più presto le ragioni della decisione della revoca e che nel frattempo si faccia tutto il possibile per garantire la sicurezza di Pino e della sua famiglia. Chiediamo - concludono - al Presidente Cirio di attivarsi celermente presso il Prefetto di Torino con l’obiettivo di farsi carico della situazione della sicurezza della famiglia Masciari».

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