Una grande aula bunker (di oltre 3mila e 300 metri quadrati) per un grande processo con 355 imputati ai quali vengono contestati, a vario titolo, 400 capi d’imputazione. Numeri importanti ma in aula... un solo difensore. È accaduto all’udienza di giovedì quando, nell’aula bunker di Lamezia Terme – dove si sta celebrando il processo scaturito dal maxi-blitz Scott Rinascita – un solo penalista era presente nell’ampio locale in grado di accogliere mille persone. Circostanza stigmatizzata dal collegio giudicante che questa volta – contrariamente ad analoghi episodi verificatisi in passato – il rilievo non l’ha fatto oralmente in aula ma l’ha messo nero su bianco, ufficializzandolo. Fatto sta che il collegio, dopo aver evidenziato la presenza in aula di un solo difensore – «che non può assumere la difesa d’ufficio di tutti gli imputati a causa di situazioni di incompatibilità rappresentate alle precedenti udienze dagli stessi difensori» – e dopo aver preso atto del mancato arrivo in aula (alle 9,56) di due difensori dopo che il Tribunale aveva disposto la nomina tramite call center, sottolinea «la necessità di garantire la difesa di tutti gli imputati» e chiede che sia garantita la presenza «di almeno due difensori che possano assumere la difesa d’ufficio». Comunicazione inviata agli Ordini professionali e alle Camere penali calabresi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria