
L'attuale sub commissario della sanità calabrese, Ernesto Esposito, risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza per una serie di reati legati alla gestione della sanità lucana. Esposito, all’epoca dei fatti contestati – in piena emergenza Covid – era dirigente generale del dipartimento Politiche della persona della Regione Basilicata, ed è indagato nel filone dell’inchiesta che riguarda la somministrazione di tamponi a personaggi con incarichi istituzionali durante la fase acuta della pandemia: l'accusa per lui formulata è peculato. Esposito è stato nominato dal governo nazionale sub commissario della sanità in Calabria a fine dicembre 2021.
I primi giorni della pandemia a marzo 2020
Dall''inchiesta emerge che Esposito si sarebbe "impossessato dei tamponi per il rilevamento dell'Rna del virus e li avrebbe somministrati" a diverse persone "come se fossero beni in loro privata disponibilità mentre si trattava di beni pubblici all'epoca destinati esclusivamente ai soli soggetti affetti da infezione acuta alle vie respiratorie e che erano disponibili sul territorio nazionale e in Basilicata in misura ridotta e in numero limitato e contingentato".
Tamponi alle "persone amiche"
Esposito, si legge nell'ordinanza, "somministrava i tamponi alle persone amiche asintomatiche che ne facevano espressa richiesta e che peraltro ricoprivano funzioni istituzionali appartenenti a consessi amministrativi della Regione Basilicata (sicchè più di qualsiasi altro cittadino dovevano essere consapevoli della descritta destinazione non privatistica ma pubblica) così producendo un danno al patrimonio della pubblica amministrazione quantificato in 77 euro cadauno".
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