'Ndrangheta, imprenditori vittime di usura: il sodalizio legato ai clan faceva soldi anche così
Dalla falsa fatturazione attraverso società cartiere all’usura. L’operazione della Dda di Brescia, scattata l’altro giorno con l’esecuzione di 33 arresti (18 in carcere e 15 ai domiciliari) da parte di finanzieri e carabinieri, ha svelato anche «un’altra grave vicenda» addebitata al gruppo criminale attivo nella Bergamasca e collegato alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto. Il sodalizio lucrava e si arricchiva con i prestiti concessi ad imprenditori in difficoltà costretti poi a pagare tassi d’interesse elevati che servivano ad ingrossare le casse del clan. Tra le altre cose, la Procura antimafia e gli investigatori hanno fatto luce su quanto accaduto a partire dal 2012, quando un imprenditore lombardo in difficoltà economica, e il suo socio in affari, ricevettero complessivamente 140 mila euro in due tranche dal gruppo degli isolitani – 100 mila e 40 mila euro – che in poco tempo diventarono ben 380 mila euro da restituire. «Nel 2012 – è il racconto della persona vessata agli inquirenti – chiesi dei soldi in prestito a Gerardo Cavallo (finito in carcere, nda), col quale dopo il fallimento della Gm Costruzioni, avevo iniziato a lavorare con la Az Group e la Gca Immobiliare, società che erano intestate a familiari come prestanome ma di fatto erano gestite dallo stesso Gerardo Cavallo». E così, prosegue l‘imprenditore, «Gerardo Cavallo tra il 2013 e 2014 mi prestò effettivamente i soldi»: «Una prima volta mi diede 100 mila in contanti - spiega - e pattuimmo interessi del 4 per cento giornalieri, che dovevo pagare settimanalmente». E «dopo aver pagato una o due volte – sottolinea l’industriale – non riuscendo a far fronte a tali importi chiesi altri soldi». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria