Una maggiore velocità negli iter burocratici, un tetto europeo alle tariffe energetiche del gas con una programmazione pluriennale ed un maggiore utilizzo delle energie alternative che porti davvero ad una transizione ecologica. Sono queste le principali soluzioni che le imprese calabresi propongono al governo per superare, almeno nell’immediato, quella che viene definita come “la guerra ai rincari delle bollette”. Un conflitto economico dal quale la già fragile economia regionale rischia di uscirne ancora più debole. Non sono esenti le grandi aziende dell’enogastronomia, tra le più rappresentative della Calabria, costrette anch’esse a rincorrere e riprogrammare anni di impegno sui mercati nazionali ed internazionali. «Gli aumenti energetici relativi al gas e all’energia elettrica vanno scissi – ha detto Nuccio Caffo, amministratore distillerie Caffo e presidente del Consorzio nazionale tutela delle grappe – nelle regioni del Sud Italia, ad esempio, per la fornitura di energia elettrica, riusciamo a mitigare i costi grazie ai pannelli fotovoltaici. La nostra azienda, nel corso degli anni, si è già attrezzata ampliando, dal 2021, il parco solare, con ulteriori pannelli per recuperare altri chilowatt e solo per lungaggini burocratiche non siamo riusciti a sfruttarli da subito. Molti attribuiscono gli aumenti dei costi energetici – ha evidenziato Caffo – all’attuale guerra in Ucraina, che è solo una delle motivazioni, in quanto erano partiti già lo scorso anno, con la ripresa delle attività in Cina dopo il blocco da pandemia di Covid, che ha generato una conseguente maggiore richiesta di energia». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria