Il caldo e la siccità non lasciavano presagire nulla di buono. Dopo il disastro dell’anno scorso, con migliaia di ettari di bosco andati bruciati, i polmoni verdi della Calabria erano considerati ad alto rischio. Forse anche per questo l’attenzione è stata altissima e i risultati, facendo i dovuti scongiuri, finora sono sotto gli occhi di tutti. Per averne contezza non servono spot ma bastano i freddi numeri: nelle ultime quattro settimane (fonte Calabria Verde) il numero totale d'incendi in Calabria si è ridotto di circa il 43% rispetto allo stesso periodo del 2021: i roghi sono stati 3.330 l’anno scorso e 1.899 quest’anno. In media si è registrata una diminuzione giornaliera di circa 50 incendi, ma nei giorni prima e dopo Ferragosto si è arrivati a -180 incendi in un giorno rispetto all’anno scorso.
Un dato fondamentale riguarda i boschi: nel periodo maggiormente a rischio – che storicamente va dalla metà di luglio alla terza settimana di agosto – quest’anno sono rimasti quasi intatti, gli incendi hanno infatti colpito circa il 10% delle aree boscate. Zero incendi, inoltre, si sono finora verificati nel demanio regionale, quello presidiato da oltre 4mila – spesso a torto vituperati – operai forestali, mentre nel 2021 gli incendi ne avevano colpito circa 1.200 ettari.
La maggior parte degli incendi è stata spenta nell’arco di 12 ore, solo in qualche caso c’è voluto più tempo ma mai più di 36 ore. Tra le aree più colpite ci sono le colline alle spalle di Reggio Calabria, quelle del Crotonese attorno ai comuni di Scandale, Santa Severina, Belvedere Spinello e Roccabernarda. Negli ultimi giorni alla mappa delle criticità si è aggiunta la costa tirrenica vibonese, in particolare nei territori di Ioppolo, Ricadi, Zambrone, Nicotera e Pizzo.
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