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Aggressione di Soverato, gli imprenditori in coro: no a criminalizzazioni

Parla il presidente dei balneari. Riccio assicura: «Seguiamo le norme contrattuali Violenza da condannare»

Salvatore Riccio

A Soverato parte la caccia alle streghe e al coro unanime di condanna alle violenze subite da Beauty, si accosta quello degli imprenditori balneari che chiedono di non ritrarre la cittadina come un luogo di sfruttamento e schiavitù. Il sindaco di Soverato Daniele Vacca ha scelto da che parte stare, dichiarando che qualora si arrivasse a un processo per l’aggressione alla donna di origini nigeriane, il Comune si costituirà parte civile.

Accertato che il merito della questione sarà chiarito dalla Procura della Repubblica, i titolari degli altri stabilimenti balneari spostano l’attenzione sulla generalizzazione che in queste ore ritrae l’ambiente lavorativo della cittadina come caratterizzato da solo sfruttamento. Per accertarlo sono già partiti controlli a tappeto da parte dei carabinieri della compagnia di Soverato e delle altre forze dell’ordine del territorio che nei prossimi giorni potrebbero fornire i primi riscontri.
A intervenire sul tema è il presidente dell’associazione balneari di Soverato Salvatore Riccio: «La violenza non trova giustificazioni - esordisce Riccio - e la condanniamo fermamente».

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