Condannato anche in Appello, anche se in questo caso la pena è stata rideterminata, il boss Antonio Mancuso, 83 anni, figura carismatica dell’omonima cosca di Limbadi, per estorsione nei confronti del testimone di giustizia Carmine Zappia di Nicotera. La Corte d’Appello (presidente Antonio Giglio, consiglieri Ippolita Luzzo e Giovanna Mastroianni), in riforma della sentenza emessa nel giugno del 2021 dal Tribunale di Vibo – appellata sia dall’imputato sia dal pubblico ministero – che aveva condannato il boss 10 anni e 6 mesi di carcere, ha rideterminato la pena a 7 anni e 6 mesi detenzione più il pagamento di 4mila euro di multa. Al contempo i giudici di secondo grado hanno confermato nel resto la sentenza del Tribunale di Vibo, in merito al risarcimento del danno cagionato alle parti civili. Inoltre la Corte d’Appello ha condannato l’imputato (difeso dall’avv. Giuseppe Di Renzo) a rifondere alle parti civili: Carmine Zappia, Antonio Zappia e Giulia Zappia (rappresentati dall’avv. Giovanna Fronte), nonché la Regione (avv. Antonella Coscarella) e la Provincia di Vibo (avv. Maria Rosa Pisani), le spese del grado, liquidate – relativamente a Carmine, Antonio e Giulia Zappia – in complessivi mille e 800 euro più Iva e accessori come per legge – disponendo quanto all’importo di mille e 400 euro, oltre Iva e accessori, relativo a Carmine e Antonio Zappia, il pagamento in favore dello Stato – e quanto alla Regione e alla Provincia in mille e 800 euro per ciascun Ente, oltre Iva e accessori. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro