La pena più alta è stata chiesta per Giuseppe Turrà, che deve rispondere di estorsione e usura aggravati dal metodo mafioso: 12 anni di carcere. Poi ci sono i 9 anni sollecitati per Salvatore Lorenzano, accusato di usura ed estorsione, ed i 2 anni proposti per l’agente della Squadra mobile di Catanzaro, Antonio Lia, al quale viene contestato l’accesso abusivo ai sistemi informatici. Sono alcune delle 11 condanne, per complessivi 48 anni di reclusione, che ieri il pubblico ministero della Dda di Catanzaro, Paolo Sirleo, ha avanzato davanti giudice per le udienze preliminari distrettuale, Antonio Battaglia, a carico degli 11 imputati coinvolti nel procedimento di rito abbreviato scaturito dall’inchiesta “Turos”. Con l’operazione scattata il 27 ottobre 2021 con l’esecuzione di 5 arresti, la Guardia di Finanza di Crotone ha smantellato una presunta rete di “strozzini” ritenuta contigua alla cosca Grande Aracri di Cutro, per la loro «vicinanza» a «personaggi dallo spessore criminale non di poco conto», oltre che per la presenza di «soggetti contigui alla consorteria cutrese». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria