“Effetto collaterale” del terremoto che ha scosso per il “caso Farao”, il Comune di Cirò Marina, è la “destituzione” dalla posizione apicale del responsabile dell’Ufficio Urbanistica. Il sindaco, Sergio Ferrari, venerdì, ha revocato il decreto con il quale, appena un mese e mezzo prima, (il 19 aprile), aveva affidato la direzione dell’area urbana, all’arch. Raffaele Cavallaro, neoassunto in Comune con un contratto fiduciario triennale sulla base dell’ex art. 110 che permette ai sindaci di attingere ad una selezione di professionisti. Per la revoca della posizione apicale, Ferrari, ha atteso, solo, che il dirigente procedesse all’annullamento, in autotutela, dell’autorizzazione che lo stesso aveva rilasciato il 1. giugno, a Giuseppe Farao (figlio del boss Silvio ed a sua volta condannato a 13 anni e 6 mesi per mafia), amministratore unico della società “Signor Padel” per la costruzione di una tensostruttura, in località Taverna. «L’opportunità» di “retrocedere” il dirigente è stata motivata dal sindaco con, «accertate situazioni non in linea con gli obiettivi desumibili dal programma amministrativo» e «particolari inadempienze amministrative». La degradazione di Cavallaro, è frutto del pandemonio suscitato dalle notizie sull’identità dell’amministratore unico della società autorizzata a realizzare l’impianto di padel: Giuseppe Farao, classe 1986, è stato condannato, in primo grado, a 13 anni e 6 mesi, per associazione mafiosa nella sentenza “Stige”. Leggi l'intervista completa sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria