Mare sporco, e in alcuni tratti anche inquinato: la presenza massiccia dello Stato lungo le coste calabresi e nel loro entroterra si fa pressante – le forze dell’ordine hanno già portato a termine tre operazioni con arresti, denunce e sequestri – ma gli inquinatori seriali non arretrano. Nonostante le dure prese di posizione da parte di enti, istituzioni e cittadini, nel golfo di Gioia Tauro i liquami continuano a invadere i fondali marini; davanti alla foce del Mesima il mare mantiene la sua strana colorazione; a Pizzo la fogna finisce in mare scatenando l’immediata reazione dei cittadini con i primi esposti già arrivati sul tavolo del procuratore Camillo Falvo. Situazione non tranquilla neppure nel golfo di Sant’Eufemia, mentre comitati e associazioni continuano a monitorare le condizioni di fiumi e torrenti lungo tutto il litorale tirrenico cosentino. Quella in arrivo sarà un’estate decisamente calda! Sul fronte della lotta alla mala depurazione e agli scarichi abusivi in mare, si sono create tutte le condizioni per far esplodere i “bubboni” che da anni condizionano pesantemente la qualità della vita e lo sviluppo economico del territorio calabrese. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria