«Non avevo intenzione di far del male ai miei nipoti». E ancora: «Non volevo uccidere, ma la situazione, frutto dei maltrattamenti che subiva mia figlia, è degenerata». Davanti alla gip del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo, s’è difeso così Vito Avenoso, il 64enne che lo scorso 19 marzo a Verzino ha ucciso con un fucile calibro 12 il genero Luigi Greco, boscaiolo di 43 anni originario della frazione di Perticaro di Umbriatico, e ferito gravemente il figlio di quest’ultimo, il 18enne Francesco. L’uomo, in videocollegamento dal carcere di Catanzaro dov’è recluso, ieri mattina per oltre un’ora e mezza ha risposto alle domande della giudice per le indagini preliminari e del sostituto procuratore, Pasquale Festa, che sta coordinando le indagini condotte dai carabinieri. Al termine dell’interrogatorio, la gip poi ha convalidato il fermo disposto all’alba di domenica scorsa a carico di Avenoso e contestualmente ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato. Il quale, deve rispondere di omicidio aggravato premeditato, tentato omicidio, porto illegale d’arma clandestina, detenzione abusiva di munizioni e ricettazione. Com’era già emerso nell’immediatezze dell’assassinio, i motivi dell’agguato costato la vita a Greco sono riconducibili ad una serie di dissidi che c’erano stati tra Avenoso e la famiglia della vittima. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria