Calabria

Giovedì 02 Maggio 2024

Mare inquinato, in Calabria emerge un quadro disastroso

L’operazione “Deep” ha dato un’idea della deregulation esistente nel campo della depurazione ma dallo squarcio aperto su input della Procura di Vibo e dell’accordo siglato con la Stazione zoologica “Anton Dohrn” la situazione ambientale che emerge è a dir poco disastrosa. Grazie alle sinergie instaurate (tra Agenzie ambientali, forze di polizia e Regione) dopo anni di immobilismo, finalmente, le acque sono state mosse anche se al momento il tratto finito sotto il “fuoco” incrociato di pool di esperti e tecnici è quello che va da Nicotera (nel Vibonese) a Tortora (Alto Tirreno cosentino). E una volta tolto il coperchio sul mare il quadro emerso è tutt’altro che rassicurante perché il problema non è solamente legato alla gestione oppure alla cattiva o mancata depurazione, ma a un «vero e proprio sistema, lo definirei di “malaffare generale” rafforzatosi negli anni – commenta il prof. Silvio Greco, a capo della Stazione zoologica “Dohrn” (sede di Amendolara) – in base al quale il mare è diventato ricettacolo di tutto e di più». Di liquami non depurati, di fanghi non correttamente smaltiti e sversati impunemente in mare, di scarichi provenienti da aziende agricole, zootecniche, industriali e artigianali, di cumuli di rifiuti (in qualche caso, come avvenuto in passato a Pizzo, vere e proprie montagne vista mare). «Il problema è stato troppo a lungo sottovalutato – aggiunge il prof. Greco – e ciò ha fatto sì che le pubbliche amministrazioni abbiano preferito non intervenire per non infastidire cittadini e operatori turistici». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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