Sono i sindaci i principali destinatari degli atti intimidatori nei confronti di amministratori locali mentre si fa sempre più rilevante l'uso dei social network come modalità di aggressione. E' quanto emerge dal Report, curato dal Servizio analisi criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza-direzione centrale della polizia criminale, relativo agli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali nel 2021. Dall'analisi - pubblicata online dal Viminale - emerge un andamento in crescita del fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali nel 2021 rispetto all'anno precedente. In particolare, a livello nazionale si rileva un incremento del 15,7% rispetto al 2020, con 722 episodi di intimidazione registrati l'anno passato rispetto ai 624 del 2020. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale del fenomeno, la Lombardia (da 65 nel 2020 a 105 nel 2021), la Campania (da 69 a 77) e la Calabria (da 51 a 73) sono le regioni con il maggior numero di episodi. Con riguardo alle province, Torino (da 24 a 43), Milano (da 20 a 41) e Napoli (da 33 a 38) sono quelle con piu' casi rilevati. Nel 2021, spiega il Report, il 29% degli atti intimidatori è riconducibile complessivamente a tensione politica e sociale. Anche il sentiment "no green pass" ha trovato esternazione in talune circostanze attraverso forme di intimidazione nei confronti degli amministratori pubblici. Le iniziative di sensibilizzazione promosse anche nel 2021, su input del ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, "hanno accresciuto la consapevolezza degli strumenti a disposizione per tutelare la funzione ed il ruolo rivestiti da parte degli amministratori locali, contribuendo ad incrementare il senso di fiducia nei confronti delle forze di polizia con le quali collaborare e alle quali denunciare gli atti intimidatori subiti".