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L’infinita storia di Calabria Etica: uffici chiusi, passivo in aumento

La liquidazione dell’ente avviata nel 2015 non si è ancora chiusa. Il Consiglio regionale ha traslato al 31 maggio i termini per la chiusura. Il paradosso: la Fondazione risulta avere costi per i propri dipendenti

Regione Calabria

Quella di Calabria Etica è diventata ormai una storia infinita. La liquidazione della Fondazione regionale, iniziata nel 2015, continua a regalare sorprese quasi fosse una soap opera. Sette anni fa l’ente è stato avviato alla chiusura a seguito di un’indagine della magistratura, sfociata poi in un processo che ha visto coinvolti l’ultimo presidente della Fondazione Pasqualino Ruperto, l'assessore regionale al Lavoro dell'epoca, Nazzareno Salerno, e l’allora direttore generale del dipartimento Vincenzo Caserta.
A nulla sono valse le richieste (e le minacce di dimissioni) del commissario liquidatore, il professore universitario Valerio Donato (che adesso è in campo per diventare sindaco di Catanzaro), nessun risultato concreto è arrivato dopo le varie riunioni convocate per fare il punto della situazione. Il passo indietro paventato da Donato non è stato mai preso in considerazione, tant'è che il commissario ha in seguito notificato un decreto ingiuntivo che gli ha consentito di recuperare 1,3 milioni, somme utilizzate per soddisfare le pretese di diversi creditori. In ogni caso, la Fondazione sembra essere piombata in un pantano nonostante la legge regionale 6/2021 avesse fissato al 31 dicembre scorso il termine per la chiusura della liquidazione.

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