“L’allarme lanciato nei giorni scorsi sul ridisegno della sanità territoriale inizia a farsi strada anche nella consapevolezza dei cittadini, che cercano di verificare, sulla base delle loro concrete e quotidiane esperienze, quali potrebbero essere le conseguenze della prevista distribuzione sul territorio delle Case e degli Ospedali di comunità nonché dei Centri operativi territoriali. Per qualcuno, forse, la questione si riduce al recupero di investimenti in edilizia sanitaria oppure alla necessità di rispettare i termini stringenti previsti per l'utilizzo delle risorse Pnrr. Per i cittadini, invece, per chi è malato e per chi al malato assicura assistenza familiare, quella stessa questione si traduce nella ricerca di una risposta tempestiva, adeguata e pertinente alla domanda di sanità, nelle condizioni date di logistica e mobilità. Anche per questo continuo a ritenere che grandi riforme dovrebbero essere oggetto della più ampia discussione in tutti gli spazi pubblici possibili", ha dichiarato il deputato del partito democratico, Antonio Viscomi. "C’è ancora tempo per farlo, volendo, dal momento che il piano regionale potrà essere rimodulato entro questo mese e considerando anche che il Decreto Ministeriale 71 è ancora in itinere. E tuttavia, poiché ogni piano deve essere definito sulla base di criteri e parametri di riferimento, credo sia necessario che tali criteri e parametri siano diffusi pubblicamente e con molta trasparenza per chiarire il senso di alcune scelte, allo stato poco comprensibile. Per chiarire ad esempio perché mai la struttura sanitaria di Soverato non debba più essere considerata idonea ad operare come ospedale di comunità, ricondotta com’è a casa della comunità. Per chiarire, ad esempio, le ragioni che hanno portato nel territorio vibonese a non allocare, sull’asse litoranea, a Pizzo e a Tropea, le case di comunità valorizzando le attività già in essere e che senso ha assumere oggi – nel DCA 15 – come criterio guida la convinzione che “l’avviata realizzazione dell’Ospedale di Vibo Valentia offrirà alla provincia una qualità e una quantità prestazionale di spedalità finalmente all’altezza della domanda”. Sarà così nel futuro, forse. Ma nel presente? C’è ancora tempo per intervenire. C’è ancora tempo per una discussione pubblica che consenta ai cittadini di partecipare alle scelte che riguardano la loro salute. Non si tratta di sollecitare rivendicazioni localistiche - ha concluso Viscomi - ma di stringere con i cittadini e le loro organizzazioni collettive, ma anche con tutti gli operatori del sistema sanitario, un grande patto sulla sanità, consapevoli che le riforme sono necessarie ma devono essere guidate dai dati oggettivi e orientate a migliorare lo stato delle cose esistenti".