«I bambini erano cattivi». In quella frase rivolta ai genitori dal giovane, vittima delle violenze sessuali del branco, c’era tutto il dolore per l’umiliazione subita. La consapevolezza che quelli che credeva suoi amici volevano, invece, fargli del male è sorta nel ragazzo, affetto da disabilità psichica, dopo la notte del 31 ottobre scorso. Quella notte, i giovani, fra cui anche una ragazza, raggiunti due giorni fa da un’ordinanza di custodia cautelare, lo avevano condotto con una scusa in una struttura appartata e in disuso di Curinga e lo avevano schiaffeggiato e percosso ripetutamente, mentre uno di loro aveva tentato di abusare di lui. Dopo le violenze, lo avevano rinchiuso all’interno della struttura, solo e abbandonato, finché qualcuno non è andato a liberarlo alle 3 del mattino. La corposa indagine dei carabinieri della Compagnia di Girifalco, scaturita dopo la denuncia dei parenti della vittima, ha fatto luce su più episodi di violenza sessuale e di bullismo nei confronti del giovane, ingenuo e indifeso, che era diventato il “passatempo” dei suoi aguzzini che si divertivano anche a fare rimbalzare da un cellulare all’altro le immagini e i video con cui avevano ripreso le violenze ai suoi danni. Sono parole dure quelle con cui il gip del Tribunale di Lamezia Terme ha accompagnato le misure cautelari emesse nei confronti dei dieci ragazzi, fra cui tre minorenni, accusati di violenze sessuali, sequestro di persona, e diffusione illecita di video a esplicito contenuto sessuale. Il gip parla di abusi commessi al solo scopo di ridicolizzarlo, per denigrarlo nella sua sfera più intima, per «riempire la noia delle loro giornate, evidentemente vuote, di un vuoto assoluto e morale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria