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Giornata della donna, la presidente del consiglio regionale Calabria Iemma (PD) propone un pacchetto prevenzione

Giusy Iemma

Il ruolo della donna, da sempre, è stato quello di facilitatore all’interno della famiglia anche di scelte salutari. E’ attraverso la salute della donna che passa la salute della famiglia e della società. Ritengo un atto di grande civiltà e rispetto verso le donne, parlare di prevenzione della salute della donna, proprio nel giorno della festa della donna.

Puntare sul tema della prevenzione in ambito sanitario, mettendo in campo un insieme di attività, azioni e interventi, ha il fine prioritario di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di alcune malattie nella donna.  A tal fine, si potrebbero promuovere “Pacchetti Prevenzione donna”, compatibilmente con l’età considerata, da fruire nella loro totalità e in un’unica soluzione presso una struttura sanitaria senza dimenticare che la prevenzione comincia dai nostri comportamenti quotidiani. In tal senso sarebbe importante anche prevedere un corso di formazione in età scolare.

Tali pacchetti potrebbero prevedere:

  • Esami di I livello quali: esami ematici di chimica clinica (Alanina aminotransferasi ALT, Aspartato Aminotransferasi AST, Gamma GT, Colesterolo HDL, Colesterolo LDL, Colesterolo totale, Trigliceridi, Glicemia, Creatinina, azotemia, acido urico), Esame emocromocitometrico e morfologico completo, Tempo di tromboplastina parziale (PTT), Tempo di protrombina (PT), esame chimico, fisico e microscopico delle Urine, ECG (ed eventuale ecocardiogramma e/o Test ergometrico) in un’ottica di prevenzione del rischio cardiovascolare nella donna, a partire dai 40 anni d’età.
  • Esami di II livello, mirati alla prevenzione del rischio oncologico. I dati Aiom e Airtum individuano nel tumore alla mammella il più frequente in Italia. Si tratta della prima causa di morte oncologica per le donne. La mortalità per tumore in Italia è complessivamente in calo e questo grazie a una maggior attenzione alla prevenzione anche per quanto riguarda il tumore al collo dell’utero. La diagnosi precoce, infatti, permette di individuare eventuali carcinomi in fase iniziale, in particolare nella donna, tuttavia permangono preoccupanti differenze regionali che evidenziano discriminazioni nell’accesso a cure di qualità per i cittadini del Sud Italia.

Il coinvolgimento dei MMG e dell’ASP può consentire di mettere in atto i tre programmi organizzati di screening per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori del colon e del retto, del seno e del collo dell’utero. Sono sufficienti: la ricerca del sangue occulto nelle Feci a partire dai 50 anni di età per il tumore colo-rettale; il Pap-test più visita ginecologica ed Ecografia mammaria (per le donne con età pari o superiore a ventinove anni) o Mammografia (per le donne con età pari o superiore a quaranta anni) per il tumore della cervice uterina e della mammella.

Le donne che rientrano nella fascia d’età prevista dallo screening oncologico potrebbero ricevere a casa una lettera d’invito, in cui viene presentato il programma, con un appuntamento presso il Centro di riferimento della zona.

Un capitolo a parte meritano le persone con familiarità per le succitate patologie, alle quali si può rivolgere, ove previsto, una valutazione genetica ovvero un’osservazione diagnostica intensiva, consistente in controlli a scadenza più ravvicinata rispetto alle raccomandazioni generali. Si resta in attesa di Vostro riscontro al fine di passare alla fase esecutiva della presente proposta di pacchetto di prevenzione.

Giusy Iemma

Presidente dell’Assemblea Regionale PD Calabria

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