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Calabria, mancano i certificati: niente vaccini ai bambini ucraini

La burocrazia impedisce di immunizzare i minori fuggiti dalla guerra

Hanno attraversato i confini di tanti Paesi, dietro si portano solo uno zainetto e tanti brutti ricordi. Sono i bambini in fuga dalla guerra. La rete dell'accoglienza e della solidarietà sta attraversando da un capo all'altro tutta l'Europa. Nel territorio reggino la comunità ucraina è numerosa e in questi giorni i ricongiungimenti aumentano. Luoghi sicuri, lontani dalle sirene degli allarmi, dal deflagrare delle bombe, in cui trovare letto caldo, cibo buono e sguardi rassicuranti. Ma la guerra non cancella con un colpo di mano l'altra emergenza quella sanitaria. Questi bambini chiedono di essere vaccinati. E qua inizia un altro rebus che la burocrazia pare non sapere come sciogliere. Spiega una volontaria della rete solidale: «Siamo stati all’Asp e ci hanno detto di rivolgerci all’Agenzia delle entrate, ma le sedi territoriali competenti ci hanno spiegato che non è compito loro. Ci è stato detto che la Prefettura avrebbe dovuto istituire un ufficio ad hoc che avrebbe dovuto rilasciare i Codici Stp. Ma nessuno ci ha saputo dare indicazioni. I bambini sono stati visitati e sottoposti a tampone, andrebbero vaccinati. Ma senza queste certificazioni non è possibile. Qualcuno ci spieghi in maniera chiara come fare, di chi sono le competenze».

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