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Bandi Arpa Calabria, biologi e naturalisti alzano la voce: “Noi esclusi, selezione da annullare”

Due bandi che «sviliscono le professioni e sono ingiusti per la tutela dell’ambiente marino calabrese». Vanno dritti al dunque, i biologi e naturalisti esclusi dalla selezione e così, dopo l’Ordine nazionale dei Biologi, anche i professionisti chiedono l’annullamento dei due bandi dell’Arpa Calabria. Non ci stanno, insomma, e per questo, presa carta e penna, hanno scritto ai vertici dell’Agenzia, diffidati ad annullare la selezione «con espresso avvertimento che, in caso di mancato riscontro alla presente e quindi in caso di mancato annullamento e/o rettifica del bando, entro il termine di tre giorni dal ricevimento della presente saranno adite le vie legali».

Nel mirino sono finiti due avvisi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale n. 12 dell’11 febbraio 2022 relativi ad altrettanti bandi per la copertura di cinque posti di collaboratore tecnico professionale, categoria D, a tempo pieno e determinato della durata di dodici mesi (prorogabili o rinnovabili), per attività afferenti alla direttiva “Marine Strategy” e per due posti di assistente tecnico, categoria C, a tempo pieno e determinato della durata di dodici mesi (prorogabili o rinnovabili) per il Centro Regionale Strategia Marina di Crotone (Crsm). «Le sopra elencate attività – spiegano - ricadono tutte nelle competenze esclusive di professionisti esperti nel settore, esclusi dalla selezione e nessuna attività di quelle sopra citate può essere svolta dalle lauree L-29 Scienze e tecnologie farmaceutiche (ex Dm 270/04) e Classe 24 – Scienze e tecnologie farmaceutiche (Classi delle Lauree Dm 509/99) citate nel bando; così come nessuna attività di quelle sopra citate può essere svolta da laureati triennali ambientali».

È una questione chiara, infatti, questa secondo i professionisti, che spiegano ancora: «In discussione anche l’accentramento delle risorse di un progetto così importante come la Strategia Marina, esclusivamente nel territorio Crotonese, contrariamente a quanto accade in tutte le altre regioni italiane in cui il progetto ha permesso uno sviluppo maggiore dei Dipartimenti provinciali in merito a competenze acquisite, arricchimento professionale e miglioramento complessivo delle funzionalità del servizio svolto, acquisto di attrezzature sofisticate e una maggiore consapevolezza locale sulla natura degli impatti sull’ambiente marino. Il decentramento, al contrario – proseguono - consentirebbe una risposta immediata grazie ai professionisti specializzati, presenti localmente, che determinerebbe una più celere risoluzione dei problemi ambientali oltre che una conseguente maggiore opportunità di lavoro nel proprio territorio».

La nota, inviata anche agli Enti deputati al controllo, come Ispra e ministero dell’Ambiente, è una richiesta di maggiore «attenzione sul rispetto dei ruoli nello svolgimento di attività altamente specialistiche e di maggiore controllo sulla qualità dei dati consegnati ufficialmente da Arpacal per la Regione Calabria». Un appello accorato anche alla Regione Calabria riguardo «la discriminante impossibilità per professionisti esperti, esterni o interni all’Agenzia, di partecipare al programma della Strategia Marina se non “amministrativamente” collocati in servizio presso il Crsm di Crotone, quando, come già ribadito, sarebbe senza dubbio più opportuno e vantaggioso in termini economici sviluppare competenze e professionalità in maniera diffusa sul territorio, concedendo questa imperdibile opportunità a tutti i Dipartimenti provinciali e disponendo così un corretto riconoscimento di ogni singolo ruolo professionale e del relativo inquadramento contrattuale all’interno dell’Agenzia». Dunque, se davvero «si vuole perseguire la tutela dell’ambiente» per biologi e naturalisti ciò non «può che prescindere esclusivamente da professionisti con specifiche competenze che da anni operano nel settore ambientale con dedizione ed esperienza».

In questa direzione, nella lettera inviata ai vertici Arpacal si ripercorrono le tappe, dalla nota del 18 febbraio con cui l’Ordine nazionale dei Biologi ha chiesto al direttore generale Domenico Pappaterra «l’annullamento dei bandi»; e proprio partendo da questa i professionisti aggiungono «alcune doverose precisazioni in virtù della incessante e poca accortezza di Arpacal verso il rispetto della professione del biologo». Passano al setaccio le delibere, da quella del direttore generale n. 174 del 31 maggio 2021 con cui erano stati, infatti, approvati gli avvisi e indette le relative selezioni a cui seguiva il ricorso dell’Ordine del 30 luglio al Tar Calabria, che veniva altresì accolto. Ma considerato – scrivono nella missiva ad Arpacal – che «l’articolo 1 “Tipologia di selezione” di entrambi gli avvisi pubblicati sulla Gazzetta ufficiale n. 12 del 11 febbraio 2022 è rimasto invariato rispetto ai bandi precedenti», vengono quindi analizzate tutte quelle che si considerano come delle “anomalie”, tra cui il fatto che le attività da eseguire «ricadono tutte nelle competenze dei Biologi, esclusi dalla selezione e nessuna attività di quelle sopra citate può essere svolta dalle lauree L-29 Scienze e tecnologie farmaceutiche (ex Dm 270/04) e Classe 24 –Scienze e tecnologie farmaceutiche (Classi delle Lauree DM 509/99) citate nel Bando; così come e nessuna attività di quelle sopra citate può essere svolta dalle lauree triennali ambientali». Ogni questione, quindi, nella missiva è dettagliatamente analizzata, dalle «omissioni sulle mansioni da svolgere» a diverse «incongruenze». E adesso attendono solo un riscontro, che per loro rappresenta solo una risposta alle professionalità e al territorio.

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