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La riforma dei Centri per l’impiego in Calabria, prioritario adeguare le strutture

Il piano varato dalla Regione per il rilancio ammonta a 45 milioni. Diverse sedi ancora oggi in locali privati per i quali si pagano i fitti

Le nuove assunzioni, certo. Sono, infatti, oltre 500 gli ingressi previsti nei 15 Centri per l’impiego calabresi (potrebbero scendere a 14 per la fusione di quelli oggi attivi a Corgliano e Rossano) a partire dai prossimi mesi. Tuttavia, nel complessivo disegno di riorganizzazione del mercato di lavoro c’è anche molto altro. Le linee guida della riforma che ha in mente la Regione, puntano soprattutto sul potenziamento infrastrutturale dei Cpi sulla formazione del personale. Il piano, che fa leva sui fondi del Pnrr, vale quasi 45 milioni ed è stato già illustrato ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di Unindustria Calabria.

«Si intende procedere grazie alle risorse nazionali assegnate - si legge nelle linee guida messe a punto dalla Regione -, al potenziamento infrastrutturale (fisico e tecnologico) dei Centri per l’Impiego della Regione procedendone ad un ammodernamento ed adeguamento delle sedi che dovranno tener conto oltre che dell’incremento straordinario di personale che strutturalmente entrerà negli organici dei Cpi anche della raggiungibilità delle sedi con mezzi di trasporto pubblici, all’accessibilità delle strutture, della disponibilità di locali per l’accoglienza e di spazi che tengano conto della necessità di riservatezza».

Le sedi in fitto Per la definizione degli investimenti previsti dal Piano di potenziamento straordinario è stata avviata una mappatura e valutazione degli immobili attualmente utilizzati per i servizi dei Centri per l’impiego attraverso la collaborazione con le amministrazioni comunali coinvolte. Lo screening ha permesso di verificare una situazione singolare: nella maggior parte dei casi, i Cpi sono collocati in sedi private in affitto con costi a carico (quando non si tratta di un comodato d’uso gratuito) del Comune ospitante.

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