Il virus sembra ripiegare nel conteggio dei casi. Ieri la Regione ha riportato 1.359 nuove diagnosi contro le 1.856 messe a referto sette giorni prima (la differenza, però è evidente nei tamponi e il rapporto finisce per invertirsi nel tasso di positività: 17,59% ieri, 16,91% domenica 6 febbraio). Ma più che le infezioni è quel vento caldo che esce dagli ospedali riaccendendo la preoccupazione dopo una fase di decongestione. Trend che prosegue, per adesso, solo nei reparti ordinari (altri 10 letti liberi). Nell’ultima settimana, l’occupazione delle Rianimazioni (tasso al 15,35%) è tornata, invece, a risalire con cinque malati gravi in più. Nelle ultime 48 ore, addirittura, è stato evidente il sovraffollamento dei reparti intensivi con un rialzo di 9 ricoverati (e col totale che raggiunge i 31 intubati). A Cosenza, l’area critica è praticamente satura (resta un solo posto Covid) con 12 postazioni impegnate dopo i quattro ingressi di ieri. A Reggio due nuovi accessi nelle ultime 24 ore e saldo che tocca quota 13. Una fiammata che fa risalire la curva dopo un avvio di febbraio che aveva fatto registrare una media di 2,2 ingressi giornalieri rispetto ai 2,87 di gennaio. Secondo il Dipartimento Tutela della Salute della Regione, l’83% dei pazienti sottoposti a cure intensive risulta non vaccinato o con ciclo vaccinale incompleto. Solo il 17% sarebbe in regola con la normale profilassi. Del resto, nel report epidemiologico è pure evidenziato come dei decessi registrati in Rianimazione, nei primi dieci giorni di febbraio, l’82% abbia interessato soggetti non vaccinati o con copertura incompleta.
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