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'Ndrangheta, le indagini sulla rete ferroviaria: "Dammi 2mila euro al mese per i nostri detenuti"

«Adesso vai a prelevare...mi porti 2.000 euro al mese... a me...che abbiamo i nostri carcerati da mantenere». E’ questo il tono delle intercettazioni che si leggono nell’ordinanza del gip di Milano, che ha portato a 15 arresti nell’inchiesta su presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nei cantieri della rete ferroviaria. Dialoghi in cui parlano, in particolare, i fratelli Antonio e Alfonso Aloisio, finiti in carcere, che si presentano come imprenditori, ma sono "contigui alla 'ndrangheta», scrive il giudice, e si inseriscono "in modo spregiudicato in contesti imprenditoriali di rilevante spessore, riuscendo in breve tempo a diventare partner delle maggiori imprese operanti nel settore dell’armamento e della manutenzione di reti ferroviarie».

Dalle cosche mutano «i metodi violenti per la risoluzione di controversie che possono insorgere sui loro cantieri o con gli operai che vi lavorano». Così respingono un tentativo di estorsione, minacciano «un fornitore che sollecita il pagamento delle sue prestazioni» e puniscono «un operaio che aveva appiccato l’incendio in un magazzino per protesta contro la mancata apertura di una pratica infortunistica». Episodi a cui i due fratelli, parlando nel giugno 2019, fanno riferimento con frasi come «volevano la mazzetta? (...) te la do io la mazzetta, nel cuore te la infilo». E ancora, riferendosi a una persona con cui avevano avuto contrasti, Antonio Aloisio spiega di avergli detto «vedi che te li portiamo al tuo funerale i fiori». E Alfonso: «Guarda che i fiori noi li portiamo per dote, dalla nascita, si è tappato la bocca con me». Tante le intercettazioni di minacce e intimidazioni nelle oltre 380 pagine dell’ordinanza.

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