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’Ndrangheta sibarita, venti imputati a giudizio dal Gup

Le mani delle cosche sull’agricoltura: dopo le richieste del pm Riello la parola passa al collegio difensivo

L’avvocato Vincenzo Belvedere, componente del collegio difensivo

Attesa per il prossimo 16 marzo la sentenza di primo grado dell’inchiesta Kossa. Sono riprese in questi giorni, infatti, le udienze del procedimento scaturito dalla maxi inchiesta del febbraio 2021 denominata “Kossa” (dall’antico nome della città di Cassano), la quale portò all’arresto di affiliati di spicco alla cosca Forastefano, ritenuta egemone nel settore agrumicolo del territorio. Le indagini, dirette dal Procuratore Nicola Gratteri, erano durate tre anni (dal 2016 al 2019) con, in totale, 26 indagati e avevano dimostrato l’attuale operatività della cosca, che dopo le inchieste giudiziarie del 2008, si era riorganizzata tornando a infiltrarsi nel tessuto economico della Sibaritide ed in particolare nel settore agroalimentare e in quello dei trasporti avvalendosi di una presunta pax mafiosa stipulata con il clan degli Zingari.
Lo scorso dicembre il pm antimafia di Catanzaro, Alessandro Riello, a conclusione la sua requisitoria nel processo agli imputati coinvolti nell'operazione Kossa che hanno scelto il rito abbreviato, aveva chiesto oltre 120 anni di carcere.

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