"E’ vero che dal 2018 sono stati attivati a Cosenza 4 posti letto di terapia intensiva pediatrica per bambini con peso oltre i 10 Kg, in ambiente di terapia intensiva dell’adulto, e 2 posti letto per bambini con peso inferiore, in locali adiacenti alla terapia intensiva neonatale, ma l’ECMO (polmone a membrana extracorporea), che supporta le funzioni vitali mediante circolazione extracorporea, è utilizzata solo nelle strutture di terzo livello, pertanto non è consentita". Lo ha affermato, in una nota, la presidente dell’assemblea regionale Pd, Giusy Iemma, in merito alla morte della piccola Ginevra, la bimba di Mesoraca trasportata prima a Catanzaro e poi a Roma dove è morta, rispondendo alle affermazioni del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto.
"Il fulcro della gestione dei pazienti critici con insufficienza respiratoria acuta - ha proseguito Iemma - è la respirazione artificiale ed il polmone a membrana extracorporea, quale terapia di supporto per la depressione respiratoria. Poiché il numero dei piccolo pazienti bisognevoli di queste cure aumenta in epoca Covid, è fondamentale essere in grado di erogare questo tipo di trattamento. In Calabria mancano strutture di terapia intensiva pediatrica che dispongano di una dotazione tecnologica d’avanguardia in grado di fornire tutte le tipologie di supporto ventilatorio e di monitoraggio neurofisiologico ed emodinamico avanzato. E’ questo il dato certo. Del perché di questa inadeguatezza sanitaria devono rispondere le Istituzioni. I Calabresi meritano più rispetto".
Iemma si è detta "profondamente addolorata per la perdita della piccola Ginevra", esprimend grande cordoglio alla famiglia. "La morte della piccola Ginevra lascia l’intera comunità calabrese sgomenta e dimostra che la Calabria non è attrezzata per affrontare situazioni di estrema complessità, come quella della piccola di Mesoraca. Tante le domande che necessitano di una risposta. Prima fra tutte perché in Calabria manca una struttura dedicata alla cura dei pazienti in condizioni critiche dalla nascita al diciassettesimo anno di vita, malgrado l’accordo Stato- regioni del dicembre 2017".
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