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Lorica, la tragedia ferma anche gli impianti di Camigliatello

L’autopsia ha concluso le prime attività d’indagine, la camera ardente allestita a Vaglio Lise

L’autopsia è l’ultimo tassello dell’inchiesta sulla morte di Lorica. Servono i riscontri scientifici ai rilievi e alle immagini che il procuratore di Cosenza, Mario Spagnuolo, ha già acquisito nel fascicolo d’indagine aperta contro nessuno. Un atto dovuto prima di restituire la salma alla famiglia per la camera ardente che sarà aperta nelle prossime ore (forse già oggi) a Vaglio Lise, nel centro direzionale delle Ferrovie della Calabria, a Cosenza.

Una decisione che l’Azienda di trasporto regionale ha assunto per rendere omaggio a un suo dipendente onesto e scrupoloso, un funzionario modello che ha perso la vita proprio per quel suo alto senso del dovere. Uno zelo che domenica mattina ha spinto Alessandro Marcelli, 58 anni, sul viale della morte, seguendo il percorso della cabinovia di Lorica.

La Regione lo aveva scelto anche e per la conduzione dell’altro importante impianto della Sila, a Camigliatello. E la morte dell’ingegnere cosentino ha fatto, inevitabilmente, calare il sipario sulle attività delle due strutture, entrambe inserite nella categoria d’esercizio “B1” e superiori.

Senza il direttore di esercizio, al quale è delegata la gestione tecnica della funivia, può essere aperto al pubblico. Dunque, l’impianto non potrà riaprire (su quello di Lorica pende il sequestro della procura) se non sarà nominato un nuovo direttore d’esercizio che dovrà essere poi autorizzato dall’Ustif, che è l’Ufficio speciale trasporto impianti fissi di Bari. Una scelta che non ricade su Arsac, azienda che gestisce l’impianto di Camigliatello per conto della Regione.

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