Interrogazioni parlamentari, un question-time in aula alla Camera, prese di posizioni pubbliche da parte di alcune forze politiche. Nulla è finora servito: il sub-commissario per la sanità calabrese, Maurizio Bortoletti, non può entrare nel pieno esercizio delle sue funzioni. L’Arma dei carabinieri non ha ancora provveduto a fornire il via libera al colonnello voluto dal governatore Roberto Occhiuto per avviare un’azione di risanamento sui conti della sanità. Tecnicamente il comando generale dell’Arma dovrebbe rideterminare la posizione dell’impiego dell’ufficiale adesso in servizio a Milano e concedere l’autorizzazione a lavorare in Calabria. Ma quella che in molti casi è una semplice procedura, in questo caso si è trasformata in una matassa intricata. La svolta (solo) annunciata Per capire meglio i contorni della vicenda allora vale la pena riavvolgere il nastro e partire dall’origine. È il 18 novembre scorso quando, nel comunicato stampa ufficiale di Palazzo Chigi, viene annunciata la nomina di Bortoletti come sub-commissario in Calabria. Il decreto che dà sostanza alla designazione, firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, arriva il 23 novembre. Cinque giorni dopo, un intervallo definito «inusuale» da chi conosce bene i meccanismi della macchina governativa. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria