"Non possiamo pensare di risolvere i problemi della Sanità in Calabria pensando solo alle strutture. Necessario individuare anche ai modelli assistenziali adatti, costruiti a partire dai bisogni e dalle necessità (i dati, l'epidemiologia) insieme a tutti gli altri attori che partecipano al processo come il personale sanitario, gli enti, le Istituzioni, la stessa comunità". Lo ha detto Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio regionale partecipando al Quinto Congresso Regionale della Cisl Medici della Calabria. "Per far funzionare il sistema si deve sempre sapere chi fa cosa, quando e con quale risultato. La riduzione dei costi è un tema che riguarda tutte le asp e se vogliamo puntare a un risparmio ragionato e che non influenzi negativamente la salute dei cittadini occorre agire con determinazione sulla prevenzione primaria e su quella secondaria. I piani di prevenzione consentono, infatti, non solo di risparmiare ma anche di migliorare la qualità della vita delle persone. La spesa per le malattie in termine sia di oneri sociali che sanitari è altissima e soprattutto di lunga durata. Un paziente colpito da un ictus, per fare un esempio classico, necessita di riabilitazione continua per tutta la vita. È così le demenze, che hanno un impatto enorme nella vita di pazienti e famiglie".
"Solo la prevenzione (che avviene attraverso la diffusione delle informazioni, il coinvolgimento dei medici di Medicina generale, le scuole, i comuni) riduce consistentemente le patologie e conseguentemente la spesa, lavorare in questa direzione produce risparmio e maggiore benessere per i pazienti. Se riuscissimo a contenere i 12 fattori di rischio avremmo ridotto del 25% le demenze, un risultato enorme con benefici per tutti. Insomma, la sanità in Calabria ha bisogno di atti concreti che passano necessariamente dalla scienza, è questa la strada giusta".
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