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Covid in Calabria, allarme ricoveri in Rianimazione

Occhiuto riapre gli ospedali di Praia a Mare e Trebisacce e chiede una stretta per i “no vax”

La guerra al Covid nella trincea dei servizi assistenziali in difficoltà è molte cose diverse che sbocciano insieme lungo lo stesso filare. Una guerra che è sconforto per numeri che non si fermano. La crescita algebrica è diventata esponenziale e, ieri, ha trascinato le terapie intensive oltre la seconda soglia di rischio con l’occupazione del 20,10% (38) dei 189 posti disponibili. Un rialzo improvviso in 24 ore scandite dall’accesso di quattro nuovi pazienti gravi, sottoposti a cure intensive. E la paura cresce anche nei reparti covid occupati al 38,12% della capienza attuale (1.073 posti) restano solo 19 posti prima del raggiungimento della zona arancione dopo il saldo impressionante di ieri con 24 malati in più nelle aree non critiche. Il virus in queste ore non vede dove va, sfonda in terapia intensiva, tocca le degenze, riempie i Pronto soccorso, ovunque, piegati dal numero di accessi che continua ad aumentare. Il governatore-commissario, Roberto Occhiuto, ha deciso di muovere l’offensiva anticovid per evitare il collasso dei servizi assistenziali.

Questo pomeriggio, alla Cittadella, sarà presentato l’accordo di collaborazione con l’ospedale “Gemelli” di Roma sulla telemedicina e la cura domiciliare dei pazienti covid. Un approccio terapeutico che servirà a svuotare gli ospedali. Parteciperanno anche Agostino Miozzo e Luca Richieldi. Dalla prossima settimana sarà riaperto l’ospedale di Praia a Mare, dopo il sopralluogo positivo del subcommissario Esposito e del commissario dell’Asp di Cosenza, La Regina. I due, domani, saranno a Trebisacce per verificare la riapertura del “Chidichimo” (anche questa risorsa entrerà eventualmente in esercizio nella prossima settimana).

La stretta selettiva Il governatore-commissario non ritratta: «In Calabria ho già istituito la “zona rossa” solo a Platì, un comune che ha meno del 30% dei vaccinati. Qualche settimana fa ero andato in questo borgo reggino, facendo aprire un centro vaccinale e invitando gli abitanti a vaccinarsi altrimenti sarebbero finiti in “zona rossa”. Il primo giorno si sono vaccinati in 40, il secondo in 20, poi sempre meno. E adesso resteranno a casa. Sono contrario ad ogni restrizione di libertà per i vaccinati. Abbiamo chiesto agli italiani e ai calabresi di vaccinarsi, e chi sceglie la scienza non può pagare per i comportamenti altrui. Non vaccinarsi è una libera scelta, che giudico irresponsabile, ma questa libera scelta ha delle conseguenze. Per questo ho chiesto al governo la possibilità di fare un lockdown selettivo per i no vax. La Calabria è una regione che ha la sanità commissariata, quindi evidentemente abbiamo problemi superiori rispetto ad altre realtà. E la pressione sulla rete ospedaliera sta aumentando in queste settimane soprattutto per ricoveri che interessano coloro che non si sono vaccinati. Non possiamo correre rischi a causa di una minoranza: i non vaccinati stiano a casa».
Scuole in Dad La protesta delle mamme (e dei loro figli) non è rimasta inascoltata a Trebisacce. Ieri, dopo aver incontrato in Municipio genitori e ragazzi, il commissario prefettizio, Carlo Ponte, ha deciso di sospendere le attività didattiche in presenza da oggi e fino al prossimo 22 gennaio (come segnala il nostro corrispondente, Rocco Gentile). Per domenica prossimo è stata istituita una giornata di vaccinazioni aperte ai bambini tra i 5 e gli 11 anni, d’intesa con la responsabile della Profilassi nel distretto Asp dell’Alto Jonio, Antonella Arvia.

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