Calabria

Martedì 30 Aprile 2024

Nicola Gratteri: «Un grumo di potere soffoca la Calabria»

Il procuratore Nicola Gratteri durante il maxi processo "Rinascita Scott"

Lo scenario ambientale e quello criminale della Calabria. Nicola Gratteri, procuratore capo di Catanzaro, tra i magistrati più conosciuti in Italia per le sue lotte contro il malaffare, conversa con la Gazzetta del Sud sul lavoro portato avanti finora e sulle sfide che ancora lo attendono. Nel 2016 poco dopo il suo arrivo a Catanzaro disse che in molti cercarono di evitare la sua nomina a procuratore capo. Chi e perché temeva il suo arrivo? «Non sono molto amato dai centri di potere, hanno sempre cercato di ostacolarmi». Restando ai suoi primi giorni da procuratore, qual era la situazione nell'ufficio di Procura? «Ho trovato una Procura che andava ristrutturata, rivitalizzata. Ho portato entusiasmo. Ho fatto capire a tutti che avevo e ho tanta voglia di fare, di lavorare, di indagare, di dare risposte ai cittadini». Dal mito dell'isola felice al disvelamento di Catanzaro come punto di incontro tra il mondo istituzionale e il potere criminale. Come descriverebbe la realtà del capoluogo calabrese? «È una realtà che è cresciuta nel silenzio. Si è sempre pensato a Catanzaro come una sorta di provincia babba, per usare un’infelice espressione utilizzata in Sicilia per descrivere alcune province della parte orientale, apparentemente poco colpite dal fenomeno mafioso. A Catanzaro come d’altronde a Reggio Calabria esiste da tempo un grumo di potere in cui il mondo istituzionale s’interseca con quello criminale». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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