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Coronavirus in Calabria, i presidi: sarà difficile gestire i casi a scuola

Verso la riapertura, dubbi dell’associazione regionale ma la Dad «non può essere considerata ordinaria»

Il presidente regionale dell’Associazione presidi, Francesco Sacco

Lunedì è prevista la ripresa delle attività didattiche in Calabria in un momento di espansione della pandemia, circostanza che preoccupa le famiglie degli studenti e, ovviamente, il corpo docente. Abbiamo affrontato lo spinoso argomento con Francesco Sacco, dirigente scolastico presso i Licei “Mazzini” di Locri nonché presidente regionale facente funzioni dell’Associazione nazionale presidi (Anp).
- Professore Sacco, che ne pensa della ripresa della didattica prevista per il 10 gennaio visti i numeri della pandemia anche fra i giovani?
«Sarà sicuramente difficile, in particolare se si dovrà attuare pedissequamente quanto previsto dall’ultimo decreto che entrerà in vigore il 10 gennaio, e i protocolli saranno difficilmente attuabili poiché aggraveranno le incombenze per le Usca e le Asp, che difficilmente potranno garantire quanto previsto alla luce della grave situazione pandemica in corso, malgrado tutti gli operatori sanitari abbiano lavorato con grande impegno e dedizione».
- In pratica cosa consiglierebbe?
«La proroga di tre giorni per la ripresa didattica decisa dalla giunta regionale calabrese non risolve il problema, ma consente di procedere in direzione di una vaccinazione, che al momento ci consentirebbe di arginare la diffusione del virus, anche nella sua ultima variante, e di conseguenza di pensare ad una minore incidenza numerica di casi positivi all’interno degli istituti scolastici».

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