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Covid, positivo un calabrese su 100

Circolazione più elevata nel Reggino (3.201 casi in una settimana) e nel Vibonese (incidenza di 1.601 diagnosi per 100mila abitanti). Reparti saturi all’Annunziata di Cosenza, ieri sera si sono riviste le ambulanze in coda

Il covid, capriccioso e vorace, continua a dettare le sue regole. La sua forza attuale è descritta da una narrazione algebrica che non lascia aperti varchi ai dubbi. Per comprendere la circolazione attuale basti pensare che le persone attualmente contagiate (secondo le stime ufficiali che si discostano di molto da quelle plausibili) in Calabria sono 977 per 100mila abitanti (il dato è aggiornato a ieri). E ciò significa che un calabrese ogni 100 risulta essere, in questo momento, positivo. Una dimensione della malattia che, tuttavia, non è scientificamente definita. Esistono ancora ampie porzioni di questa terra dove il tracciamento è, ormai, fuori controllo. Il Cosentino, ad esempio, secondo le stime ufficiali continua a presentarsi da giorni, ormai, con stime da primato nazionale. La sua incidenza cumulativa è la più bassa dell’intero paese con 204,11 casi settimanali (tra il 28 dicembre e ieri) ma con una attività di tracing&tracing molto più lenta rispetto alla trasmissione virale. Del resto, basta dare un’occhiata all’incidenza media della regione (502,42 diagnosi per 100mila abitanti) per comprendere le attuali difficoltà di tracciamento in provincia di Cosenza, confermate, tra l’altro, dai dati pubblicati dai singoli Comuni che si discostano nettamente dai numeri ufficiali del servizio sanitario.

Il monitoraggio

Nell’ultima settimana, la Regione ha dichiarato, complessivamente, 9.434 nuovi casi. Il picco (probabilmente perché la ricerca del virus è più costante) è nel Reggino con 3.201 diagnosi. Calda anche la provincia vibonese con 2.437 positivi scovati. E sempre Vibo fa registrare l’incidenza più alta con 1,601,25 casi settimanali per 100mila abitanti. Reggio si ferma a 611,12 diagnosi. Più indietro Crotone (452,28) e Catanzaro (443,04). Negli ultimi sette giorni (tra il 28 dicembre e ieri) in Calabria sono stati lavorati 75.919 tamponi con un tasso di positività del 12,43%. Il valore delle ultime 24 ore è dell’11,85% con 1.073 nuovi positivi scovati attraverso la lettura di 9.052 test (ma solo 6.404 i nuovi soggetti esaminati). Le fiamme dell’epidemia alimentano, purtroppo, il diagramma dei decessi. Anche ieri, la Regione ne ha dichiarati 5 (2 a Cosenza, 2 a Reggio e uno a Vibo). Nell’ultima settimana le vittime del covid sono state 44.
Servizi assistenziali Il tasso di occupazione delle aree mediche è tornato sopra la seconda soglia di rischio al 30,61% (nonostante l’attivazione di ben 1.055 posti letto nei reparti internistici). Cresce la pressione sugli ospedali con un saldo di 11 ricoverati in più nelle corsie e uno in più anche nelle terapie intensive (due nuovi intubati a Reggio e un decesso a Cosenza). La percentuale delle Rianimazioni è al 15,34%, lontano dal limite da zona arancione (20%). Con questi dati, la Calabria si appresta ad affrontare i temuti effetti di banchetti e interazioni sociali del Capodanno.

Ambulanze in coda

Nulla è cambiato in questi mesi dall’altra parte del mondo, quello della sofferenza che si vive nell’ospedale dell’“Annunziata” di Cosenza. C’è lo stesso riconoscibile dolore di ogni giorno. La storia di queste ultime ore ci riporta nel Pronto soccorso che, da giorni ormai, ha cominciato a ripopolarsi nell’area covid. Si torna in quei luoghi incandescenti ritrovando malati ammassati in quelle stanze come era già accaduto a novembre e a marzo. La quarta ondata disegna scenari già visti in passato con ambulanze in coda e pazienti in attesa nelle tende triage. Mancano medici, mancano posti letto, manca la certezza di una sanità in salute. Questa mattina, tra l’altro, è in programma la conferenza stampa del commissario dell’Azienda ospedaliera, Isabella Mastrobuono proprio sulla riorganizzazione della prima linea dell’“Annunziata”.
L’eroe del 118 resta a... casa Dall’almanacco del covid affiora anche la storia di un infermiere cosentino che non riesce a rientrare in servizio. Succede a Cosenza e la vicenda è stata denunciata dal deputato de «l’Alternativa c’è» Francesco Sapia, che alla Camera siede in commissione Sanità. «L’Asp di Cosenza, nei mesi scorsi aveva temporaneamente destinato il dipendente, un infermiere del 118, ad altro servizio, senza mai specificare quale. Così, lo stesso dipendente, tra gli eroi del covid in tutte le ondate, ha atteso invano l’assegnazione della nuova sede, mai arrivata. Nel frattempo, l’ordine di servizio con cui era stato trasferito in via temporanea è decaduto. Quando l’interessato si è presentato nella sua postazione del 118, gli è stato impedito di svolgere le proprie mansioni nel delicato settore dell’emergenza-urgenza, senza alcuna spiegazione formale da parte dei superiori. Chiedo al commissario Occhiuto di intervenire subito».

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