Prima di entrare in azione forse lo cercavano. Chi doveva portare a termine la missione di morte non conosceva bene gli spostamenti di Giuseppe De Masi, 39 anni, di Sorianello, ucciso con quattro colpi di pistola la sera del 31 dicembre scorso; l’uomo è stato colto di sorpresa all’interno di una barberia del centro storico di Soriano. Qualche ora prima dell’agguato, alcune persone si sarebbero presentate davanti all’autolavaggio di proprietà dello stesso De Masi pensando di poterlo incontrare, ma non avendolo trovato sarebbero andate via senza lasciare alcun sospetto. Un particolare che, alla luce di quanto accaduto, viene valutato con la massima attenzione dagli inquirenti che stano indagando sull’efferato delitto anche se non tralasciano alcun elemento con l’obiettivo di arrivare in fretta ad intraprendere una pista ben precise e puntare a fare piena luce sull’agguato individuando gli autori dell’omicidio e nello stesso tempo i motivi che hanno determinato la morte di Francesco De Masi.
Dai carabinieri della compagnia di Serra San Bruno, che operano al comando del capitano Francesco Conigliaro, non filtra alcuna indiscrezione; segno che gli ordini della Procura della Repubblica di Vibo con il sostituto Maria Cecilia Rebecchi ed il procuratore capo Camillo Falvo, sono stati tassativi: lavorare in silenzio. Gli inquirenti non vogliono sbilanciarsi perché l’agguato di venerdì sera per adesso non è stato ancora collocato né tra i delitti di mafia e tantomeno tra quelli che potrebbero riguardare le attività economiche dello stesso De Masi, considerato che lo stesso oltre a gestire un autolavaggio era anche titolare di una piccola impresa che opera nel settore del movimento terra.
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