La Calabria vive la metafora di un contagio definito nei recinti di indagini epidemiologiche che viaggiano sempre a una velocità ridotta rispetto a quella del virus. Basta dare un’occhiata al tasso di positività che galleggia attorno al 10% (ieri era al 9,22%) per comprendere la sottostima dei casi. La Regione ha dichiarato “solo” 1.230 nuovi contagiati che sono il risultato della lavorazione di 13.340 tamponi ma le nuove persone testate sono appena 6.045 (gli altri test sono di controllo di casi noti) con un tasso che schizza al 20,3%. E cioè: un positivo ogni cinque persone testate. La prosa del nuovo anno si unge subito dello stesso male che aveva già segnato la rotta nel tristissimo 2021. Un libro che comincia tra la disperazione per le 12 vittime in 24 ore (anche se per cinque si tratta di un ricalcolo dell’Asp di Cosenza). Dodici persone che non ci sono più a causa del virus dopo aver inutilmente lottato negli ospedali. Dall’inizio dell’epidemia ci sono stati ben 1.625 morti. Il tasso di letalità della Calabria, da inizio pandemia, è dell’1,44%. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria